Diga foranea… Che sballo!

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Questo stupendo articolo scritto dal giovanissimo blogger P., che riportiamo qui dal suo blog personale Amiâ Zena, è parte del progetto scolastico che sta portando avanti con impegno e dedizione.

Grazie ancora P. per aver condiviso con noi questa giornata di pesca, ti aspettiamo volentieri in associazione se vorrai partecipare ai nostri corsi di pesca per più piccoli. I migliori auguri e complimenti per il tuo progetto!


Diga Foranea di Genova

Purtroppo da quando siamo entrati in lockdown la scorsa primavera non è più possibile, per il momento, andare in diga foranea a pescare… ma credetemi è un’esperienza unica!!! Non tanto per le catture (che non abbiamo fatto) ma per il fascino che il porto e la città vista dal mare ha sulle persone!

Non tutti possono andare in diga a pescare, occorre una licenza che costa 50€ per 2 anni (o una cosa simile) e poi bisogna prendere un piccola barca che ti accompagna del porto antico fino alla diga. (C’è anche in altra barca che parte da Pra) Il costo del servizio di trasporto era di 7€ a persona e i bambini non pagano.

La prima volta che siamo andati era il 16 febbraio, eravamo partiti prestissimo la mattina e la barchetta partiva dal porto antico alle 07:00 se non ricordo male.

I pirati attendono di imbarcare

Ricordo che faceva un freddo pazzesco e quando arrivammo all’imbarco c’era un mucchio di gente che aspettava. Ovviamente avevamo riconosciuto che erano pescatori in attesa perché avevano canne, salai e secchi. Sembravano tanti PIRATI che invece di avere le spade avevano canne di ogni tipo.

Io e papà iniziammo ad ascoltare quello che si dicevano per capire i segreti della pesca in porto… ma non parlavano ne di segreti ne di pesca. C’era chi raccontava della focaccia presa dal panificio, chi raccontava di come una volta il porto antico era tutto demolito, chi raccontava di come un grosso ratto aveva rubato un’orata da un secchio mentre il pescatore stava mettendo le nuove esche sull’amo… “era un ratto talmente grosso che ci voleva un fucile per ucciderlo! Ma io gli ho dato un calcio e l’ho buttato in mare!!!”

La cosa bella di andare in diga, a parte la pesca e vedere la città da un posto insolito, è che puoi conoscere un mucchio di gente strana e anche tante brave persone.

Il pirata dei ratti

Avevo conosciuto un signore che andava solo a cercare polpi che mi aveva raccontato tutti i segreti di quel tipo di pesca, un altro che mi aveva detto quali erano i punti più pescosi, un altro che dopo una giornata di pesca sotto il sole mi aveva regalato una Coca Cola perché avevamo finito l’acqua.

Navigando verso la diga

La cosa più divertente l’avevo però sentita da un signore che mi aveva raccontato che molti anni fa in porto c’erano delle orata da 4 chili mentre adesso sei fortunato se ne prendi una da 4 etti… questo signore mi aveva detto che un suo amico aveva portato una bici sulla diga per andare avanti e indietro, la diga è lunga chilometri, e che aveva avuto la pazza idea di provare a costruire una bici canoa per andare in diga tutte le volte che voleva! A Quanto pare aveva anche fatto un tentativo ma era affondato ancora prima di partire!

Una cosa che non mi aspettavo dell’acqua della diga è che è abbastanza pulita, perché ci sono dei grossi fori sott’acqua che permettono alla corrente di entrare e ricambiare l’acqua stagnante. Se non fosse così ci sarebbe una puzza di acqua marcia pazzesca.

Rimorchiatore

Rimorchiatore

Mentre sei li passano un mucchio di barche, navi, rimorchiatori e sulla testa ogni tanto sorvolano aerei che atterrano al Cristoforo Colombo.

Navi e gru

È bellissimo navigare all’interno del porto e passare vicino alle navi con i turisti che salutano e vedere la città che piano piano si allontana.

Navigando nel porto
Alba in diga

Dopo qualche ora si riparte per tornare a terra e tutti i pirati dei ratti si radunano dove arriva la barca a riprenderti. E iniziano i vari discorsi del tipo: “aveva abboccato una cernia da 20kg ma poi si è slamata”… “io stavo recuperando un branzino da 3 kg ma un Serra l’ha mangiato”… “io ho preso un delfino per fare la bottarga ma non aveva di uova e l’ho rilasciato” “… ma scusa!!! Il delfino non fa le uova” gli dice l’altro!!!

Barcaioli

E così via per tutto il tragitto di ritorno… e poi una volta tornati a terra c’è chi torna a casa a mani vuote, chi ha secchi pieni di pesci di ogni tipo, chi torna senza attrezzatura perché caduta in mare (noi inclusi) chi va a bere il caffè in compagnia. E tutti si danno appuntamento alla prossima dicendo “mi raccomando non dite BUONA PESCA”

Pesca in diga

Articolo di P.

giovanissimo blogger della Foce

Clicca qui per vedere l’articolo originale sul blog di Amiâ Zena

Amiâ Zena

Genova è la città più bella del mondo

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